“Vite rampicanti“, viaggi nel cuore delle persone e delle situazioni, sarà un podcast online da novembre 2024. Seguimi sui social e su questo sito.
Traiettorie che puntano verso l’alto e verso gli altri
A pensarci bene, la vita rampicante potrebbe essere quella di ognuno di noi, quando prendiamo coscienza di noi stessi e ci sforziamo di individuare una traiettoria tendente verso l’alto e verso gli altri. Una traiettoria capace di suscitare emozioni, empatia, e magari di commuoverci. Non è necessario che si tratti di un movimento lineare, le piante rampicanti si contorcono, si piegano, ridiscendono e tornano a salire, proprio come la nostra esistenza, che non può essere sempre con il vento in poppa.
Traiettorie controvento
Ma le vite rampicanti sanno muoversi controvento, sanno sfidarlo il vento, non si lasciano travolgere dai luoghi comuni, dalle tendenze omologanti, hanno il coraggio di essere se stesse anche nei momenti difficili, possiedono l’umiltà di accettare le proprie imperfezioni e di guardare in faccia ai propri errori. Matura attraverso questo processo di autocoscienza la capacità di essere empatici, di comprendere i difetti altrui, gli errori, la forza di tollerare fino al punto di perdonare.
Abbiamo un gran bisogno di curare le relazioni, non soltanto di leccarci le ferite. E il mio pensiero è che le buone relazioni agiscono come un balsamo per le nostre ferite che diventano feritoie da cui passano la luce e i buoni sentimenti.
Il mito dell’autorealizzazione a prescindere
Esiste una particolare retorica che circola spesso a livello di psicoterapia e che mi ha sempre fatto riflettere. Una retorica che forse trova una comprensibile giustificazione nei limiti in apparenza invalicabili di chi soffre nell’anima, ma che sarebbe buona cosa poter superare: è il mito dell’autorealizzazione a prescindere dal prossimo.
Chi ha subito tante ferite è pur giusto che dica come scrisse Dante: non ti curar di loro, ma guarda e passa.
Chi è facile ai sensi di colpa, chi ha esaurito le energie nello spendersi per gli altri, ricevendo pesci in faccia, è giusto che pensi a star bene con sé stesso, alimenti le proprie gioie senza troppo badare a chi ha intorno.
Però è anche vero che, se riesce a cambiare prospettiva e ad autorealizzarsi con e per il prossimo, sta ancora meglio, perché nel donare si riceve, e non bisogna pretendere gratitudine, che quando c’è non dispiace, ma il dono, per essere tale, deve essere gratuito.
Di cosa si alimentano le vite rampicanti
Per questo motivo credo che voglia di vivere e generosità d’animo siano i due nutrienti che alimentano una vita rampicante. Sono come l’acqua e l’aria per una pianta.
L’obiettivo è la bellezza della vita, che si declina in tanti modi, a volte inattesi.
La voglia di vivere si ramifica poi in tanti altri caratteri: creatività, curiosità, capacità di stupirsi, voglia di esplorare e di fare, tenacia, resistenza alle avversità, volontà di lottare e non farsi abbattere dai fallimenti, capacità di ricominciare, anche se qualche volta può succedere l’ineluttabile.
Anche la generosità d’animo presenta molti risvolti: sensibilità, capacità di ascolto e quindi empatia, apertura alla diversità, altruismo, tolleranza, senso di umanità…
VITE RAMPICANTI E MINE VAGANTI
Le vite rampicanti hanno qualcosa in comune con le mine vaganti: ricordate il celebre film di Ozpetek? La figura della nonna in particolare, capace di rompere con gli schemi, si scompaginare le carte, di gettare un certo scompiglio in modo gentile, ma incisivo, per lasciare affiorare la schietta umanità troppo spesso repressa entro le corazze del controllo sociale e dei pregiudizi.
Per me questa è poesia che rende bella una vita.