Libertà

Copertina Mario CalabresiE’ il titolo del capitolo che Mario Calabresi (https://www.facebook.com/search/top?q=mario%20calabresi) dedica nel suo ultimo libro, “Il tempo del bosco”, ed. Mondadori, a Enzo Novara, professore di filosofia da non molto in pensione. Una vita rampicante questo signore, non so se sia contento che lo definisca in questo modo, ma i suoi decenni spesi davanti alla cattedra lo rendono degno di questa inclusione. Scrivo “davanti alla cattedra” e non dietro, come si suol dire, perché il suo rapporto con gli adolescenti è stato un rapporto senza gli ostacoli di una mentalità burocratica. E ne è stato ripagato.

Molti ricorderanno quel video apparso sugli schermi tv e social in cui lui se ne andava dalla scuola per sempre, neo pensionato, percorrendo il lungo corridoio in mezzo ad un’ala di studenti che applaudivano. Un trionfo inusuale che lo ha sorpreso e commosso. Ha passato la sua vita lavorativa contento di recarsi a scuola e di affrontare quella ciurma di adolescenti indisciplinati che alimentano l’angoscia di molti suoi colleghi. Lo confessa lui stesso a Mario Calabresi: “A me le classi vivaci sono sempre piaciute.” Questo perché “I ragazzi tra i 15 e i 18 sono nell’età più conflittuale e più produttiva che si possa immaginare.” E “La scuola è un buon posto per farsi le ossa, per imparare a convivere con le imperfezioni.”

Fuori l’ansia, dentro le opportunità

Sta qui la chiave di lettura della vita, tra libertà e responsabilità che la circoscrive, c’è ampio spazio per gli errori che derivano dalle nostre fragilità e dalle nostre imperfezioni. Oggi i giovani sono oppressi dall’ansia. I migliori sono perseguitati dalle aspettative esagerate che il mondo degli adulti carica sulle loro spalle. Li vuole performanti, perfetti, di altissimo livello e loro rischiano di soccombere.

I genitori e molti educatori non insegnano a fare i conti con la propria possibilità di sbagliare, che rappresenta dopo tutto la normalità. Errori da cui occorre imparare a rialzarsi, serenamente, continuare ad arrampicarsi tra mille deviazioni e mille incertezze, piano piano si sale verso quelli che sono gli obiettivi delle nostre passioni affiorate dal nostro temperamento, e spesso anche dal caso, che riserva sorprese e opportunità. Una buona disposizione ad accogliere l’imprevisto dipende dalla nostra capacità di uscire dagli schemi troppo rigidi, dai pregiudizi e dalle gabbie cognitive imposte dalla cultura dominante. Solo così l’imprevisto, anziché trasformarsi in tragedia, diventa opportunità. E questa è la vera libertà. E l’educazione alla libertà di Enzo Novara. Tutta roba da vite rampicanti.