Senzatetto: vite incontrate per strada

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Cinque episodi con storie di senzatetto fra loro molto diverse ma tutte relative a esperienze di strada. Sono storie di senzatetto relative a un passato relativamente recente, per restare fedele alla scelta di questa prima stagione di addentrarci in un mondo che non esiste più, o quasi. Sono vite rampicanti complicate da una fragilità estrema, che le ha portate a condurre un’esistenza ai margini della società. Con qualche sorpresa. Perché a volte la fragilità offre spunti di maturazione con nuove prospettive. Ce lo spiega Eugenio Borgna, psichiatra e filosofo novarese, morto a novantaquattro anni il 4 dicembre 2024, ha scandagliato i tortuosi sentieri dell’animo umano, scrivendo questo pensiero che trovo di una verità e bellezza indescrivibili:
“Le emozioni fragili, come le virtù deboli, hanno in sé le stigmate lucenti e dolorose dell’umanità ferita, ed è questa a renderle così umane e così arcane”. Borgna, nel suo libro del 2014, “La fragilità che è in noi”, ci dice che questa condizione è la porta attraverso cui si accede alla più genuina umanità. Disperazione, lacrime, tenerezza, desiderio, lotta, speranza, ispirazione artistica, solidarietà sono tutti frutti controversi della fragilità.
Sulla base di queste considerazioni, ho deciso di scattare alcuni flash che fotografano quattro vite rampicanti colte in un momento cruciale della loro esperienza. Li ho tratti dalle interviste a homeless riportate in un libro scritto dal giornalista vercellese Fabrizio Filosa, “Vite perdute per strada”, pubblicato nel 1993 da Muzzio Editore.

MASSIMO

Massimo ha 24 anni. Le sue fragilità di partenza sono  due. La prima dipende dal fatto di avere dei genitori instabili: una madre che, ad un certo punto, se n’è andata, facendo un paio di figli, poi abbandonati, e un padre strampalato, che molla un lavoro sicuro di dipendente comunale a Milano per vivere di precarietà, vendendo giocattoli alle persone che incontra per strada o negli uffici.
La seconda fragilità è che il Massimo bambino viene bollato come oligofrenico, detto più semplicemente “minorato mentale”, per cui trascorre gran parte della sua infanzia e parte dell’adolescenza in istituti. Una volta fuori, a parte una certa ingenuità che trasuda dalla sua confessione, egli appare tutt’altro che uno stupido, sa organizzare la sua vita di senzatetto in un modo che noi, fortunati che possediamo una casa, non saremmo in grado di fare. Ascolta la sua storia > https://www.spreaker.com/episode/vite-incontrate-per-strada-massimo–63655429

ANDREA

La seconda storia ci parla di Andrea, un ragazzo torinese di 21 anni e di buona famiglia, che ha scelto volontariamente di vivere on the road, ma che non ha intenzione di restarci per sempre. Un’esperienza da senzatetto intensa e difficile, ma che lo farà maturare grazie alla sua intelligenza e alla sua positività. Non la solita storia di degrado materiale e psicologico che porta necessariamente a vagabondare ai margini della società, perché quella di Andrea è conseguenza di una scelta consapevole.
Anche la sua vita presenta una fragilità che sta a monte, piuttosto difficile da decifrare. Quasi sempre deriva dal contesto dei rapporti familiari.

Ascolta la sua storia > https://www.spreaker.com/episode/vite-incontrate-per-strada-massimo–63655429

Le altre storie: Pirandello senza fissa dimora, Uno, nessuno, centomila e Angela saranno pubblicate nelle prossime settimane